Addio a Mimì (Domenico) Notarangelo, fotografo del Vangelo di Pasolini

Angela Felice, Centro Studi PPP Casarsa della Delizia
06/12/2016|

Domenica 4 dicembre 2016 se ne è andato via anche Mimì. Mimì sta per Domenico e a Matera, città di adozione, non occorre altro per capire che si parla del fotografo, scrittore, giornalista battagliero, studioso di storia locale, che di cognome faceva Notarangelo.

Grande uomo, d’altri tempi, capace di conciliare rigore politico, pacatezza signorile, umanità profonda e garbata, che in lui, uomo del sud dimenticato, era velata da un filo di malinconia. Ha lavorato al fianco di tanti artisti, ma nel cuore gli brillava soprattutto il ricordo di Pasolini, conosciuto nel 1964 durante le riprese del Vangelo tra i Sassi. Da quella esperienza ricavò una serie di straordinarie fotografie “rubate” sul set, dove Mimì, che, da capo comunista, doveva limitarsi a organizzare solo il servizio di protezione del regista, finì invece anche per fare la parte (piccola) di un centurione. Fu occasione fortunata, comunque, che gli permise di aggirarsi indisturbato in mezzo alla troupe e di scattare foto stupende, che poi hanno fatto il giro del mondo e ora sono parte di un preziosissimo archivio.

Di Pasolini, però, gli erano rimaste anche altre cose, tutte legate alla cultura popolare dell’amata Lucania. Ad esempio, amava ricordare l’acceso dibattito politico con Pasolini, che in qualche raro momento libero ritagliato dal lavoro non mancava di mettere in guardia lui e i giovani del posto dal rischio del “progresso senza sviluppo” che avrebbe potuto deturpare irrimediabilmente l’antico scrigno contadino di Matera e stravolgerne i valori in nome di un benessere economico di facciata. Mimì, allora, aveva vivacemente contrastato quella ipotesi, contrapponendo al poeta le “magnifiche sorti” del futuro che si sarebbero invece aperte anche per il sud più diseredato e lo avrebbero potuto liberare dall’atavica miseria. «Altro che – disse in seguito con l’amarezza del senno di poi e la coscienza di ben altre delusioni- Aveva ragione lui».

Mimì era una miniera di racconti, episodi, aneddoti, riflessioni, come questa, ed era anche un gran signore della conversazione. E, ora che non c’è più, è un privilegio pensare di averlo conosciuto nella sua casa ospitale, piena di libri, quadri, fotografie, carte, e di averne incontrato lo sguardo ironico e mite.
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