NOTARANGELO LADRO DI ANIME

UN DOCUMENTARIO PER CONSERVARE LA MEMORIA DI UN’ARTISTA DALLA SENSIBILITÀ SOLIDALE.

Recensione di Giancarlo Zappoli
mercoledì 8 maggio 2019 - MyMovies.it

Scomparso il 4 dicembre del 2016, Domenico Notarangelo era un talento del calibro di Henri Cartier-Bresson e di Sebastião Salgado. Ma a differenza di questi due giganti della fotografia del secolo scorso, Notarangelo non ha viaggiato per il mondo. Tutto il suo lavoro si è concentrato dove era nato e dove viveva, in Puglia e in Basilicata.
Giornalista e dirigente politico, in questa veste, ha incontrato e aiutato Pier Paolo Pasolini a realizzare a Matera Il Vangelo secondo Matteo, ha contribuito a far eleggere ad Aliano la prima donna sindaco del Meridione, Maria Ippolita Santomassimo, ed è stato un amico filiale di Carlo Levi, che ha fatto tumulare come desiderava in Basilicata, dove il grande pittore e scrittore aveva trascorso da antifascista gli anni del confino.

David Grieco si è recato a Matera per la prima volta solo tre anni fa e da quella visita è nato il percorso che lo ha portato a realizzare questo prezioso documentario. La spinta definitiva è arrivata dalle parole di un ormai molto ammalato Notarangelo che gli ha detto: "Tu hai capito quello che ho fatto?" e, in seguito a un segno di assenso, ha aggiunto: "Se puoi, aiuta i miei figli a conservare e a proteggere tutto il mio lavoro".

Dalla ricerca di Grieco emerge il ritratto di un uomo che in ogni scatto ha messo tutto se stesso, la propria passione sociale e politica, la propria umanità. Poche immagini sono ’in posa’ e forse proprio per questa ragione da tutte emerge il desiderio di portare alla luce delle condizioni di vita, delle ’anime’ (come recita il titolo) che non possono e non debbono restare nascoste.

Uomo impegnato politicamente a sinistra viene ricordato da compagni ed avversari con quel rispetto che oggi sembra progressivamente e tragicamente spegnersi nell’agone politico. Anche chi stava su fronti decisamente opposti ne riconosce il valore di uomo che non si limitava a ’guardare’ protetto dall’obiettivo della macchina fotografica ma si metteva costantemente in gioco pur consapevole delle contraddizioni con cui doveva confrontarsi.

Grieco ne analizza con efficacia una in particolare. Si tratta di quella relativa ai sassi di Matera. Se Togliatti li riteneva una vergogna da cui la società italiana doveva emendarsi per le miserrime condizioni di vita a cui erano costretti coloro che li abitavano, Pasolini era di altro avviso. Nel progressivo esodo verso condizioni abitative più umane vedeva anche l’estinguersi di una civiltà contadina in cui la solidarietà aveva ancora un ruolo fondamentale. Gli appartamenti che avrebbero preso il posto dei ’sassi’ avrebbero spinto verso condizioni di vita ’appartate’.

Grazie a questo documentario la memoria della vita di un artista a cui la dimensione solidale non mancava viene conservata e messa in comune. Non è un caso che a leggere brani della sua biografia sia un ragazzo di cui solo verso la fine scopriremo la significativa identità.
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